FISCALITA’ INTERNAZIONALE L’UNIONE EUROPEA DIRAMA LA PROPRIA BLACK LIST DEI PAESI NON COLLABORATIVI
L’unione europea ha diramato la propria Black List dei paesi non collaborativi, demandando però ai singoli paesi membri dell’Unione, le misure fiscali di contrasto.
La lista è stata costruita basandosi su tre parametri relativi agli Stati e territori non comunitari, e precisamente:
– Adozione o meno degli strumenti di scambio di informazioni ai fini fiscali;
– Presenza o meno di regimi fiscali privilegiati o distorsivi della concorrenza;
– Implementazione o meno delle misure previste dal progetto Beps (Base Erosion and Profit Shifting)
Questi, dunque, i parametri sulla base dei quali sono stati individuati i 17 Stati e territori, che sono:
Isole Samoa Americane, Bahrain, Barbados, Grenada, Guam, Corea del Sud, Macao, Isole Marshall, Mongolia, Namibia, Palau, Panama, Saint Lucia, Isole Samoa, Trinidad e Tobago, Tunisia ed Emirati Arabi Uniti.
Alcuni di questi stati hanno con l’Europa relazioni molto strette, come ad esempio la Corea del Sud, Panama e la Tunisia, per i quali ha inciso, ai fini dell’inclusione nella lista, il regime fiscale privilegiato, e per il quale questi paesi non si sono impegnati alla rimozione entro la data limite del 31 dicembre 2018. Nel caso degli Emirati Arabi Uniti l’inclusione nella lista è dovuta al mancato impegno ad adottare i Beps sempre entro la data limite del 31 dicembre 2018.
Le misure difensive fiscali e non fiscali adottate dell’Unione verso i 17 paesi della Black List:
Le misure fiscali portano:
– all’indeducibilità dei costi;
– all’inclusione dello stato estero nella black list Cfc;
– la previsione di ritenute alla fonte, in limitazione ai regimi di partecipation exemption;
– ad oneri documentali più incisivi su particolari tipi di operazioni;
Le misure non fiscali non sono state definite dall’Unione, ma sono state lasciate ai Diversi stati membri dell’Unione.
Oltre alla predetta lista l’Unione Europea ha fatto il punto sugli Stati o territori che non sono stati inclusi nella lista stessa perché hanno provveduto a rimuovere le criticità emerse a seguito delle verifiche svolte dall’Unione alla fine del 2016.
In merito al rispetto del parametro sullo scambio di informazioni, i paesi che si sono impegnati in tal senso sono Hong Kong, Turchia, Stati dell’ex Jugoslavia, Marocco, Thailandia e Vietnam, mentre in riferimento al parametro dell’eliminazione dei regimi fiscali privilegiati, si sono impegnati in maniera vincolante Andorra, Hong Kong, Liechtenstein, Marocco, San Marino, Svizzera, Taiean, Thailandia e Vietnam.
6/12/2017